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Prima di parlare del tuo ultimo disco, parlia- mo di Frankenstein? Mi sembra una buona idea, anche perché questo progetto è collegato al precedente. Il lavoro dello scorso anno era nato dalla rilettura in chiave rock del famoso romanzo gotico che, come tutti, avevo scoperto da adolescente. Riprendendo in mano l’opera in età adulta mi sono reso conto di quanto fosse attuale. Frankenstein parla di un’ambizione talmente smodata che induce l’uomo a vendere la propria anima, affronta argomenti come la bioe- tica, la voglia di restare giovani sfidando le leggi del tempo, la paura della diversità, la necessità di amare, l’odio e l’incontro con la trascendenza. In fondo, dal 1800 ad oggi non è cambiato molto. Il progetto è un concept album perché è comple- tato da un mio mini romanzo intitolato L’uomo al centro del cerchio . Volevo creare un percorso in cui ogni canzone potesse essere letta come opera a sé stante, come integrazione alla storia di Fran- kenstein e come commento a L’uomo al centro del cerchio . Perché hai sentito il bisogno di realizzare Frankenstein 2.0? Ho voluto sperimentare qualcosa mai fatto pri- ma: prendere le canzoni del disco, tornare in studio – per la trentunesima volta nella mia vita – e arrangiarle in chiave elettronica in modo che avessero un sound più simile al live. Oltre a quei brani ho aggiunto quattro pezzi nuovi che secon- do me si inserivano perfettamente nell’opera. 06 PROTAGONISTI S perimentatore. Così si può definire Enrico Ruggeri, che dai tempi dei Decibel ad oggi non si è mai sottratto alle sfide. Nella musica, come nei libri che ha scritto e nei programmi televisivi che ha condotto, l’artista ha sempre fatto scelte capaci di regalargli soddisfazione prima an- cora che fama. Anche se, in realtà, il successo è sempre arrivato. La voglia di mettersi alla prova, ma soprattutto la capacità di essere ricettivo e di saper cogliere i cambiamenti sociali e di costume del nostro Paese, sono stati i suoi alleati preziosi. Ecco perché questo artista ha saputo “surfare” tra le onde dei diversi generi musicali. Dopo il periodo punk dei primi anni ‘80, ha iniziato a collaborare come autore con alcuni cantanti pop del calibro di Diana Est e Den Harrow per poi imporsi come cantautore grazie a Il mare d’inverno . Con il brano Nuovo Swing , presentato nel 1984 al Festival della Canzone Italiana di Sanremo, si è ispirato allo stile degli chansonnier francesi mentre con Si può dare di più , canzone vincitrice della kermesse sanremese del 1987 interpretata con Gianni Morandi e Umberto Tozzi, ha scelto il pop. Gli anni ‘90 lo hanno visto protagonista di sonorità rock (un esempio è Mistero ) e progressive di cui il disco Oggetti smarriti è l’icona. Il concept album Frankenstein , targato 2013, abbinato al romanzo L’uomo al centro del cerchio , ha fatto virare Ruggeri nuovamente al rock tanto nel- la musica quanto nella rilettura del famoso testo di Mary Shelley. Il lavoro lo ha soddisfatto al punto tale che nella primavera di quest’anno è uscito, pubblicato per Sony Music, Frankenstein 2.0 , una versione completamente nuova contenente quattro brani inediti. Mary Shelley non è mai stata così attuale Parola di Enrico Ruggeri    i n t e r v i s t a d i B A R B A R A O D E T T O

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