Plus Magazine 12

30 U n fotografo che ha fatto la storia della moda e che sfogliamo ogni giorno – attra- verso i suoi scatti – sui più importanti ma- gazine italiani e internazionali. Un dandy raffinato che ha la capacità di catalizzare l’attenzione. Un uomo curioso nel senso più positivo del termine. Soprattutto, un esteta che ama l’arte in tutte le sue forme e che la sperimenta da sempre: quattordi- cenne, ha pubblicato per l’editore Cortina una raccolta di poesie intitolata “Casbah”, sino all’età di diciassette anni ha recitato in alcune compagnie di teatro sperimentale, a ventisei ha firmato la sua prima cover di moda e nel 2015 ha dato alle stampe la bio- grafia “Un eterno istante. La mia vita” edito da Mondadori. Questo (e molto altro) è Giovanni Gastel. Tu e la fotografia. Amore a prima vista? Lo definirei amore a seconda vista. La mia passione vera è la poesia, che mi accompa- gna da sempre. Grazie ad un’altra passio- ne, una fidanzata, a sedici anni ho scoper- to l’universo fotografico: lei, Alessandra, mi ha spronato a percorrere questa strada ed è merito o colpa sua se oggi svolgo que- sta professione. La moda per te è? È madre. Mi ha cresciuto, mi ha allevato, ha finanziato i miei sogni. Il fashion è la seconda voce del PIL italiano per cui non è effimero come molti pensano, ma un vero pilastro del nostro Paese. Devo molto a questo mondo che è stato il mecenate della mia ricerca. Sei stato definito il più grande fotografo di moda italiano. Qualcosa da dichiarare? Oliviero Toscani è superlativo! Un Oscar per la fotografia nel 2002, membro permanente del Museo Polaroid di Chicago: hai altre mete alle quali ten- dere? Mi piace quello che faccio e voglio conti- nuare a svolgere questo lavoro, ma per restare nel mondo della moda bisogna innestare dei processi mentali ben definiti. Io vivo il presente, non guardo al passato e neanche mi proietto nel futuro. Mi gioco tutto in quell’istante. A proposito di istanti: ce n’è uno che non hai ancora fotografato? Mi piacerebbe immortalare il nulla, l’asso- luto, ma con il mio stile. Ogni giorno vor- rei scattare la foto definitiva, quella che mi darà pace, ma che non arriva mai. Così la sera vado a letto deluso… Nel libro “Un eterno istante. La mia vita” racconti di te. Faticoso? Non ho il senso del pudore per cui quando Mondadori mi ha chiesto di presentare i quarant’anni della mia carriera ho accet- tato senza problemi. Nel testo ho detto la verità, ho presentato Giovanni con i suoi pregi e i suoi difetti. In questo libro ci sono davvero io, con la mia infanzia divisa tra Milano e la casa di famiglia di Cernobbio, con uno zio del calibro di Luchino Visconti, con un amore per la fotografia iniziato da autodi- datta e contrastato da un padre che mi voleva laureato. Con una vita dedicata all’immagine di moda. A che punto sei del tuo percorso? Ne “La chanson des vieux amants” Jacques Brel sottolinea un concetto interessan- te: abbiamo dovuto metterci un bel po’ di talento per essere vecchi senza essere adulti. Io sono qui. Sono un uomo spudo- rato che quando Oliviero Toscani disse di voler scattare una foto senza mutande, se le tolse nel suo studio davanti a cinquanta persone. Sono un individuo che moral- mente non si sente in dovere di nulla verso nessuno. La colazione per te è…? Non consumo la prima colazione e neppu- re la seconda, mangio solo a cena. I dottori dicono che è sbagliato, ma il mio metabo- lismo è perfetto e alla mia età non cambio certo abitudini! Plus Magazine è la testata della FABI, per cui la domanda è d’obbligo: il tuo rap- porto con le banche? (Ride) Godo di un certo credito che mi permette di avere ottimi rapporti con gli istituti bancari. B a r b a r a O d e t t o GIOVANNI GASTEL Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Giovanni Gastel . OSPITI

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