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La tragedia del Vajont: un debito che non si è estinto dal nostro inviato DARIO MIGLIARDI 32 EVENTI Raccontata così può sembrare che una grande fatalità naturale sia l’origine di tutto. Ma non fu così. Ci furono delle responsabilità gra- vissime da parte di chi progettò la diga determinate da incuria, avidità e profitto tanto che l’ ONU dichiarò: “è stato il fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di affrontare”. Andiamo con ordine. Il tutto iniziò nel 1929 quando l’ingegnere Carlo Semenza e il geologo Carlo Dal Piaz , presentarono un progetto che prevedeva la costruzione di diverse dighe nel Veneto per far fronte alla crescente richiesta di energia elettrica. ono da poco passati 50 anni dal disastro della diga del Vajont . Era il 9 ottobre del 1963, quando una frana si stac- cò dal Monte Toc e cadde nel bacino artificiale pro- vocando due gigantesche ondate d’acqua. La prima si diresse verso i comuni di Erto e Casso, la seconda scavalcò la diga e andò a gettarsi contro la Valle del Piave distruggendo il pae- se di Longarone, poi quelli vicini, tra i quali Castella- vazzo, Codissago, Faè, Pi- rago, Rivalta e Viillanova causando circa 2000 mor- ti. Fu la più grave tragedia che l’Italia abbia vissuto dai giorni di Caporetto. S

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