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34 La clessidra alta 3,50 metri composta da 400 kg di mais e 200 kg di sabbia posizionata nella centrale piazza San Carlo ha scandito il countdown che ha portato all’inaugurazione del nuovo Museo Egizio di Torino, voluta dal Direttore Christian Greco. In cinque anni di lavori le sale museali non sono mai state chiuse e i visitatori hanno potuto così assaporare il fascino dei tanti reperti esposti. La strategia si è dimostrata vincente, come dimostrano le oltre cinquecentomila presenze re- gistrate solo nel 2014. Quello che si è svelato al pubblico lo scorso primo aprile è uno splendido spazio espositivo rinnovato negli ambienti e nell’allestimento: una location che si ispira ai più moderni canoni internazionali, che segue un percorso cronologico definito e che si snoda su quattro piani “raccontando” la storia di questa civiltà antica dal 4000 a.C. al 700 d.C. Al secondo piano sono collocati i reperti dell’Epoca Predinastica e dell’Antico Regno, quelli del Medio Regno e del Nuovo Regno, la Tomba degli Ignoti e la Tomba di Iti e Neferu. Il primo piano ospita i ritrovamenti di Deir El Medina, della Valle delle Regine e quelli di epoca Tarda, Tolemaica, Romana e Tardoantica, oltre che la Tomba di Kha e la Papiroteca. Qui sorge anche la splendida Galleria dei Sarcofagi, che presenta reperti del Terzo Periodo Intermedio e dell’epoca tarda (1100 – 600 a.C.); molti di questi sono stati restaurati nel Centro di Restauro della Venaria Reale con il contributo dell’associazione Gli Scarabei che da anni supporta le attività del Museo Egizio di Torino. La visita si conclude al piano terra dove si trovano la Galleria dei Re, il Tempio di Ellesjia e la Sala Nubiana, mentre al piano ipogeo è possibile conoscere la storia di questo spazio espositivo che accolse il suo primo oggetto nel 1630 per mezzo di Carlo Emanuele I di Savoia. Dal Museo della Regia Università di Torino fondato nel 1724 da Vittorio Amedeo II di Savoia presso il palazzo dell’Università in via Po al Museo delle Antichità Egizie, questo il suo nome esteso, sono trascorsi secoli di storia e di innovazio- ne che hanno reso il polo museale torinese il più importante al mondo dopo quello del Cairo. I visitatori oggi possono rivivere il passato di questa importante civiltà grazie alle ricostruzioni virtuali di alcuni contesti archeologici realizzate dalla colla- borazione scientifica tra il Museo Egizio e l’Istituto IBAM del CNR. I video 3D, basandosi sui documenti di scavo e sulle fotografie, ridanno così vita alla tomba di Kha, alla tomba di Nefertari e alla cappella di Maia, tutte scoperte da Ernesto Schiaparelli che fu tra i primi direttori del Museo Egizio di Torino, agli inizi del secolo scorso. Il progetto scientifico elaborato dal Direttore Christian Greco e da otto curatori è stato realizzato con precisione e puntualità in ogni aspetto. Il risultato? Il museo attuale conduce il pubblico in un viaggio nel tempo, tra re- perti millenari e innovazione tecnologica, e soddisfa il desiderio di sapere tanto degli egittologi più esperti quanto dei visitatori più curiosi. New look per il Museo Egizio Tradizione e innovazione sono le keywords del nuovo allestimento di Barbara Odetto EVENTI

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