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d i B E N E D E T T A B R E V E G L I E R I 06 PROTAGONISTI “L’ AMORE PIÙ GRANDE” è lo slogan con cui Lei, Monsignor Nosiglia, ha definito questo pellegrinaggio straordinario di oltre un milione di fedeli che stanno visitando la Sindone in questi giorni. Fra i pellegrini, Papa Francesco. Cosa si aspetta? Entusiasmo. Devozione. Impegno. E mi aspetto l’arrivo di “Qualunque Chiesa”. L’espressione di una Chiesa unita è, nel- le parole del Santo Padre che io condivido a pieno, la vera e unica speranza che le comunità mondiali hanno, per riuscire a superare le divisioni che ancora oggi producono morte e dolo- re. “L’Amore più grande” è un motto che io considero centrale. Cristo è morto, ma ha dato la Vita e la Speranza. È un vero e proprio preludio della Resurrezione che offre a tutti i pellegrini, nessuno escluso, la possibilità di trarre coraggio e uno spirito di Vittoria in grado di sconfiggere il Male. Sono arrivati pelle- grini dalla Polonia, dalla Francia, dalla Spagna, dall’Est Europa e molti anche dal Sud America. Lo considero un segnale forte. A proposito di “Qualunque Chiesa”, come Lei, Monsigno- re, l’ha definita. Papa Francesco ha deciso di fare visita al Pastore Paolo Ribet della Chiesa Valdese di Torino. Lo stesso Ribet ha definito la decisione del Papa, “(…) una porta che si apre da entrambe le parti e non si chiuderà mai più”. Lei crede che la decisione di Bergoglio sia l’inizio di una svolta che possa in futuro creare un ponte con l’Islam o è troppo presto? Papa Francesco “gioca una partita fra le Nazioni” e non esclude nessuna Religione. Costruire muri non serve. La comunità Val- dese è una piccola comunità. Tuttavia, il gesto del Papa non è piccolo. Significa che da parte della Comunità Cattolica esiste fiducia e speranza nei confronti dell’Islam, così come nei con- fronti dell’Induismo, del Buddismo o della Comunità Ebraica. GIUGNO: PAPA FRANCESCO A TORINO nell’intervista all’Arcivescovo di Torino Monsignor Cesare Nosiglia

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