Plus Magazine 21

A colazione con A rchitetto per scelta e pittore per vocazione, Marco Benedetti è un arti- sta eclettico e completo oltre che una persona colta e curiosa. Il suo amore per quest’arte risale all’infanzia e la prima mostra a quando aveva 5 anni. Originario di Rovereto, ha scelto Mila- no come città d’adozione e ha lavora- to – ed esposto – anche a New York e a Lisbona. Le sue opere sono intense e ricche di suggestioni ed indagano la società contemporanea. Alla domanda come si definirebbe risponde: utopico. Perché secondo lui l’utopia mantiene giovani. Come dargli torto? L’architettura per te è? Per me ha un valore sociale e rivoluzionario. Quando ero gio- vane la ritenevo un’arte potente per esprimere l’umano. Sono affascinato dallo stile greco e romano e dalla capacità di rap- presentare il rapporto tra uomo e natura, così come mi piace il Novecento per il concetto sociologico che univa la persona all’abitare. In quel periodo fare architettura significava procedere verso un sogno che accompagnava l’uomo. Oggi, invece, vuol dire speculare. Gli edifici sono obsoleti non appena diventano accessibili e non hanno l’allure del secolo precedente. Secondo Le Corbusier la casa è una macchina da abitare ed è partendo da questo concetto che sono sorti gli scatoloni che oggi vediamo nelle città. Credo ci sia differenza tra fare cultura e vivere nella cultura fatta da altri. Nella vita professionale, quali sono i progetti che più ti affascinano? Mi piace ciò che posso trasformare perché il fare e la riflessione culturale sono fondamentali. Dagli anni ‘50 in poi il nostro Paese ha subito un impoverimento culturale e molti luoghi d’Italia han- no perso fascino e personalità. Anche oggi, purtroppo, l’imperia- lismo incondizionato sta distruggendo le nostre bellezze. Marco Benedetti e la pittura: amore a prima vista? Sono sempre stato circondato da pennelli e colori. La mia fami- glia mi ha assecondato e dai 6 ai 12 anni ho avuto un maestro di pittura. Chiedevo ai miei genitori di andare a vedere le mostre e con loro ho viaggiato molto. Nel tempo mi sono ispirato a Masac- cio, Bacon, Caravaggio, Balthus ma anche ad Andrea Pazienza che ho avuto il piacere di conoscere. Non volevo fare il pittore, era destino che succedesse. Su cosa si basa la tua tecnica pittorica? Negli anni Novanta, affascinato dalla Pop art, utilizzavo le vernici e dipingevo su tutto ciò che trova- vo. Dal 2000 mi ispiro agli affreschi romani e tra le mie opere ci sono anche i big portrait. In passato ti sei occupato di sce- nografia e scultura. Ce ne parli? Negli anni ‘80-‘90 Milano era l’epi- centro dell’arte e ho avuto la fortuna di viverla intensamente. Ero un ragazzo e l’amico Filippo Martinez, regista di “Sgarbi quo- tidiani”, mi aveva chiesto di curare la scenografia di un nuovo programma ed è stato un progetto interessante. In ambito scul- toreo mi sono dedicato ai monumenti e il primo a credere in me è stato lo stesso Sgarbi. Ho un progetto incompiuto che spero un giorno di realizzare: un monumento per Giovanni Falcone. Hai anche firmato dei pannelli pubblicitari per Federal Ex- press: la pubblicità, secondo te, è una forma d’arte o sem- plice comunicazione? La ritengo un’espressione artistica che un tempo ha avuto grandi maestri e che oggi, con il web, si è livellata. Ho vissuto gli anni della famosa Milano da bere, quando pubblicità e moda erano al massimo splendore; ho conosciuto molti creativi e sono sempre stato affascinato dal mondo dell’advertising. I prossimi progetti artistici? In ottobre a Milano terrò una personale presso una famosa gal- leria. Il tema sarà il mitico e il simbolico e al momento sto di- pingendo sullo stile della scrittura automatica: mi arrivano delle forme quasi inconsce, archetipi di ciò che ho dentro di me e che non hanno ancora un significato preciso. Io stesso sono l’artefice di una mostra della quale sarò il primo spettatore e sono davvero curioso di cosa accadrà. La colazione per te è…? Un pasto fondamentale che vario in base alla stagione, ma il sal- mone affumicato con pane tostato e caffè non mancano mai. A cambiare sono gli altri alimenti che accompagnano questo pasto. A colazione ho bisogno di silenzio e se dovessi raffigurarla, mi dipingerei in una terrazza a guardare il mare della Grecia. B a r b a r a O d e t t o Marco Benedetti Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Marco Benedetti . OSPITI 26

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