Plus Magazine 10

settembre 2015 | Plus Magazine | PROTAGONISTI 19 PROTAGONISTI in vacanza a Natale e a Capodanno e al sabato e alla domenica vanno a ballare, invece il cuoco lavora fino a tardi. E per un giovanissimo è un sacrificio difficile da accettare. Ma se uno ha la passione, e questo vale anche per altre attività, sono sicuro che i risultati arrivano. Ma la passione non basta? È vero, non ci si deve accontentare mai di un posto di lavoro fisso. È importante poter fare esperienze diverse, confrontarsi e aprirsi a nuove relazioni. Esistono chef che sono bravi a cucinare i primi, altri sono specializzati a preparare la carne, altri ancora i dolci. Non esiste lo chef più bravo del mondo a cui “rubare il mestiere”. È importante cambiare spesso per poter conoscere nuovi campi di lavo- razione e capire qual è la propria vocazione. Saper cucinare non è tutto, quando ti guardo in Tv, hai la capacità di spiegare anche i contenuti biologici degli alimenti. Ci vuole molto studio per arrivare a fare una buona e sana cucina? La scienza dell’alimentazione è fondamentale, perché se non si cono- scono le proprietà chimiche degli alimenti, i valori delle temperature, gli abbinamenti, le conoscenze delle basi acide e salate, il rischio è quel- lo di imparare delle ricette e replicarle, ma non si è in grado di inventa- re nuovi piatti. In questo periodo è ancora più importante per quanto riguarda la gestione delle materie prime. In cucina è più importante la fantasia o l’esperienza? Tutte due insieme, prima viene l’esperienza e se c’è la fantasia il cuoco si diverte. Quale sarà la cucina del futuro? Meno glutine? Più carboidrati...? Ho sempre sostenuto, fin da tempi non sospetti, quando emergevano le gelatine e le trasparenze, che la cucina deve essere semplice e sono felice che negli ultimi tempi il trend vada verso la semplicità. Credo che la cucina si orienterà sempre più verso il vegetale perché se continuiamo ad autocontaminarci ci avveleneremo sempre più. Per combattere ciò deve essere fatta la divisione dei gruppi alimentari, non La prima domanda è proprio dedicata a sco- prire che cos’è Foodloft? È la mia factory, è il luogo dove c’è la mia cucina professionale, dove registro le puntate delle tra- smissioni che produco, è anche un luogo dove preparare gli show cooking live , ma è soprattutto una location per eventi. Le aziende hanno la pos- sibilità di presentare i propri prodotti. Qui rac- colgo tutte le attività che faccio in giro. Cerchiamo di conoscerti meglio. Quando eri bambino, avevi già la predisposizione per la cu- cina, giocavi e ti divertivi a preparare piatti da sogno? Provavo a fare delle torte, ma erano dei casini quelli che uscivano dal forno. Era anche unmodo per farmi stare tranquillo, perché da piccolo ero molto agitato, la cucina mi aiutava e mi rilassava. Dopo il diploma all’alberghiero hai fatto un’esperienza all’estero. Quanto è stata impor- tante per la tua formazione? Negli anni della scuola ho vinto un premio a Parigi, che mi ha dato la possibilità di conoscere gusti, culture differenti, ma l’esperienza più im- portante è stata a Parma con Food Editore. Ogni lunedì c’era l’incontro con un grande chef stella- to, io ero un assistente e ricordo di aver imparato molto, è stata una grande scuola. Cosa consiglieresti a un giovanissimo che vuole diventare chef ? La prima cosa è quella di non mollare mai, per- ché la vita in cucina è dura, difficile e faticosa. Soprattutto quando si è giovani, gli amici vanno

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