Plus Magazine 43

3 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2023 Come definiresti “C'è ancora domani”? Un film contemporaneo ambientato negli anni ’40, in un periodo in cui non si denunciava la violenza domestica e dove le donne non avevano coscienza di sé e credevano di non valere perché erano state educate così. Delia, la protagonista, non è sciocca, ma è inconsapevole e solo grazie alla figlia trova il coraggio di agire. I detrattori definiscono la pellicola femminista, ma non lo è. Nelle mie intenzioni volevo ricordare un fatto di cronaca importante per la storia italiana. Lo reputo un lungometraggio leggero e delicato, non arrabbiato e di denuncia. A chi ti sei ispirata per la trama? Ho ascoltato le storie delle nonne e delle bisnonne che un tempo si riunivano nei cortili. Per loro la normalità era lavorare, non avere un’istruzione e talvolta essere picchiate dal marito senza denunciarlo. Erano donne inconsapevoli, ma anche forti e capaci di accettare una quotidianità fatta di sacrifici. Mi sono basata sul vissuto di persone non famose, ma che hanno fatto la storia del nostro paese. In questa pellicola hai il doppio ruolo di regista e attrice. È stato complicato? Quando sei dietro alla telecamera non puoi pensare anche alla recitazione. Per realizzare il film ci sono volute nove settimane di PAOLA CORTELLESI riprese delle quali tre sono state di prove con gli attori. Avevo bisogno di tempo per far capire loro cosa volevo, ma anche per sapere come ognuno immaginava il proprio personaggio. Per la scena finale, quella con maggiore pathos, non ho detto nulla a nessuno. Ho dato il copione senza quella parte perché volevo avere l’effetto sorpresa... e ci sono riuscita! Ti sei anche divertita? Molto! Nel mio mestiere il divertimento è importante perché significa partecipare in maniera attiva e consapevole alla pellicola. Il cast poi era fantastico. Ho avuto la possibilità di lavorare con colleghi che sono anche amici nella vita e con i quali ho condiviso con entusiasmo i risultati di ogni scena. Non parlo solo degli attori, ma di tutti i reparti. Il vantaggio di debuttare come regista dopo una carriera da attrice è che conosco Paola Cortellesi, con Emanuela Fanelli in una scena del suo film “C'è ancora domani”

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